sabato 12 novembre 2011

S.C. CONSIGLIA...Ritratti....



Il volto, l'espressione, gli occhi: uno dei generi preferiti da fotografi professionisti, amatori e turisti. Ecco suggerimenti e qualche trucco per migliorare i propri ritratti
Alla base di un ritratto ben riuscito c'è soprattutto una cosa: la curiosità del fotografo. La curiosità nel cercare nelle espressioni, nelle posizioni, negli sguardi e anche nella luce e nella composizione del quadro oltre il volto, cioè l'anima. E così in qualche modo si avvera il timore atavico degli aborigeni, che temono che una fotografia "rubi" loro l'anima. Ovviamente non si tratta di "furto d'anima", ma solo di scavare nelle immagini con la curiosità del fotografo per stimolare altre e nuove curiosità in chi poi vedrà l'immagine. 


Il ritratto amatoriale

Non ci interessa in questa fase occuparci di quel tipo di ritratti realizzati in studio con una serie enorme di lampade e accessori con ore e ore di pose e messe a punto. Quello che ci interessa sono i ritratti amatoriali, fatti per ricordo e per gusto estetico e artistico, per catturare l'immagine della persona e quello che sta dietro l'immagine, una storia, uno stato d'animo. Il ritrattista amatoriale deve accontentarsi della luce che c'è e dello scenario in cui si trova, cercando di cogliere l'attimo. Ci sono due grandi scuole di pensiero: quella della fotografia in posa e quella della fotografia spontanea. Ovviamente è da preferire quest'ultima: la posa viene bene – cioè naturale – solo a consumati attori. Per questo è bene ritrarre i propri soggetti con un teleobiettivo, che consente di mantenere una discreta distanza dal soggetto e quindi permette di non interferire troppo nè con i suoi movimenti nè con il suo stato d'animo. 

 

La luce é parte dello stato d'animo

Una delle aberrazioni percettive della fotografia consiste proprio nel fatto che la luce con la quale è illuminato il soggetto finisce per diventarne parte integrante, per contribuire a definirne carattere e stato d'animo. Una luce intensa ma diffusa e morbida, come quella offerta da un cielo chiaro richiama sentimenti di serenità e affabilità, insomma fa sentire a proprio agio; una luce solare forte e contrastata è anch'essa rassicurante perchè "calda", ma dà un senso di maggiore dinamicità; una luce frontale (come il flash) crea una situazione banale, bidimensionale, in cui c'è poco da scoprire ed è quindi da evitare; un faretto che illumina solo da un lato o soprattutto da sotto, lasciando la maggior parte del volto in ombra, evoca sentimenti drammatici e profondi; una luce opposta alla fotocamera crea una silhouette e riduce tutto a un contorno misterioso. Insomma, la scelta della luce (e dell'esposizione) vale metà ritratto


La finestra di fianco
La luce che entra da una finestra è dolce e rassicurante, ideale per i ritratti in cui si cerca una gamma estesissima di chiari e scuri. Una finestra esposta al sole tenderà a creare delle ombre più marcate, che possono essere modulate anche utilizzando una tenda.
Una luce più regolare e con minore connotazione calda si ha nel caso di finestra rivolta a nord o comunque non battuta dai raggi solari diretti. Un buon esperimento è quello di fare dei ritratti di prova di fianco a una finestra con diverse impostazioni di scatto, sottoesponendo e sovraesponendo leggermente lo scatto fino a trovare l'inimitabile bilanciamento di chiari e scuri della luce delicata. 


Il decalogo del buon ritratto 
In fotografia non ci sono regole che devono sempre essere seguite: la creatività e la sensibilità artistica valgono più di ogni altra considerazione. Ma, almeno per i ritratti, è possibile identificare delle linee guida che, se seguite, dovrebbero portare a risultati più che soddisfacenti.

 

Il panorama non conta 

Evitare, se non si ha in mente una composizione particolarmente evocativa, di porre enfasi sia sul soggetto che sul panorama. In un ritratto tutta l'attenzione deve cadere sulla persona, sul viso e infine sugli occhi. Il resto è solo di contorno.


Gli occhi, sono lo specchio dell'anima 

Attenzione agli occhi chiusi (sempre che non siano voluti). Per evitare che il soggetto chiuda gli occhi proprio nel momento dello scatto è bene scattare subito dopo un battito di ciglia: è assai improbabile che una persona ne faccia due in rapida sequenza.


Non mischiare soggetto e sfondo 

Se possibile, posizionare il soggetto di fronte a uno sfondo che "stacchi", cioè composto da tinte e toni diversi da quelli dei capelli e della pelle.


La calma di una luce morbida 

Se si vuole realizzare un ritratto rassicurante e descrittivo è meglio optare per luci morbide, come tipicamente le luci indirette e riflesse, evitando i raggi diretti del sole che creano contrasti forti e parti difficilmente leggibili. Per un buon ritratto è normalmente ideale la luce filtrata da un cielo leggermente nuvoloso.


Il sole e la forza dei contrasti 

Esponendo il viso ai raggi diretti del sole si possono ottenere giochi di luce molto piacevoli. è però necessario controllare le ombre ed evitare che creino sul viso linee di forza diverse da quelle dei lineamenti. Per garantire la leggibilità degli scuri è buona norma sovraesporre leggermente.


Usare una focale lunga 

I teleobiettivi (intorno ai 135 mm e oltre) sono ideali per i ritratti poichè creano poche distorsioni geometriche, garantiscono una bassa profondità di campo (si sfuoca lo sfondo) e danno la possibilità di restare abbastanza distanti dal soggetto, che così assume pose più spontanee.


Scegliere diaframmi aperti 

Un'apertura del diaframma generosa permette tempi più brevi (evitando il mosso) e contribuisce a creare uno stacco chiaro tra il soggetto e lo sfondo, che appare più sfuocato.


Parsimonia con il flash 

Evitare di fare un ritratto in interni con il flash, luce che appiattisce; se c'è luce esterna, molto meglio posizionare il soggetto nei pressi di una finestra, meglio se non esposta a forti raggi solari diretti. Nel caso non ci sia luce naturale, se il flash di cui si dispone lo permette, meglio rivolgere la lampada verso l'alto, in modo da sfruttare la luce riflessa, più morbida e naturale.


A ogni faccia la giusta inquadratura 

In linea di principio i visi tondeggianti andrebbero fotografati di tre quarti, mentre quelli lunghi e affilati frontalmente; per mascherare delle orecchie "a sventola", sempre meglio utilizzare un inquadratura di tre quarti, mentre è meglio lo scatto frontale per i nasi pronunciati.


Meglio le pose spontanee 

Le fotografie spontanee sono sempre le migliori ma anche le meno controllabili sotto il punto di vista della corretta esposizone, del fuoco e di tutti i parametri di scatto. Con una fotocamera chimica, se si cerca la fotografia spontanea, bisogna essere pronti a spendere un po' in sviluppo e stampa: gli scarti, anche solo per i mossi saranno molti. Se invece si scatta in digitale le cose cambiano e si può cercare la giusta espressione anche con l'aiuto dello scatto a raffica. 



Buono Scatto a tutti
S.C 

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