sabato 17 settembre 2011

SCUOLA DI FOTOGRAFIA : 4 - Il diaframma


Come già visto nel capitolo “L’obiettivo” sappiamo che con “f” si indica l’apertura relativa di un obiettivo e che più piccola è……più luminoso sarà un obiettivo. Quindi un’apertura f/2.8 farà passare più luce di una f/11 ecc.
Il dispositivo che è capace di modificare la quantità di luce che passa attraverso l’obiettivo si chiama “diaframma”. Il tipo più usato oggi è il cosiddetto “a iride” per via della somiglianza all’iride dell’occhio umano. Esso è posizionato al centro dell’obiettivo ed è costituito da lamelle mobili, posizionate in modo da potersi restringere ed allargare per regolare la grandezza del foro dal quale passa la luce.
In molti obiettivi le lamelle sono 6 e sono posizionate su un anello che a sua volta è collegato alla ghiera di controllo esterna o al dispositivo elettronico degli obiettivi autofocus, che permettono di modificarne l’apertura direttamente dalla macchina in modo elettronico. Nella ghiera manuale viene riportata la scala delle aperture che genericamente è la seguente ma può variare in base al tipo di obiettivo: f1/4 - f/2 - f/2.8 - f/3.5 - f/4 - f/5.6 - f/8 - f/11 - f/16 - f/22 - f/32 - f/45 - f/64
questi valori indicano quante volte la lunghezza del diametro delle aperture reali è compresa nella lunghezza focale. Ad esempio, un apertura f/11 ha un diametro pari a 1/11 della lunghezza focale, quindi se ad esempio consideriamo una focale di 50mm (nel formato 35mm) il diametro dell’apertura reale è dato dalla seguente divisione “50:11= 4,5”quindi avremo un diametro reale di 4,5mm.

Nelle macchine fotografiche digitali il diaframma delle macchine analogiche è inserito, come lettura, nel sensore ccd. E’ un concetto molto importante che merita attenzione.
L’apertura del diaframma è determinante nella riuscita di una foto digitale in quanto controlla la luminosità dell’immagine e determina anche l’ampiezza del campo visivo che deve essere a fuoco.
Impostare un diaframma 4 o 11 darà alla nostra foto una luminosità maggiore o minore e la foto sarà di più o di meno nitida (a fuoco).
Usando come diaframma 4 o 2,8 avremo un’apertura quasi al massimo dell’otturatore digitale: molta luce, foto luminosa e messa a fuoco nitida solo nella zona che abbiamo a messo a fuoco il soggetto, il resto verrà leggermente sfocato.
Usando come diaframma 11 o 16 avremo un’ apertura quasi al minimo dell’otturatore digitale: poca luce per più tempo, foto limpida e nitida nel suo complesso non solo nel soggetto.
L’area che mettiamo a fuoco in fotografia viene chiamata “profondità di campo”.
Non sempre l’apertura del diaframma è usata per avere foto digitali sempre più nitide. Viene usata anche per compensare il tempo di scatto. Infatti se per forza dobbiamo usare un tempo molto breve come 1/500 di secondo non possiamo pensare di usare un diaframma di 16 in quanto avremo una foto molto sottoesposta, probabilmente useremo un tempo di 2,8 alla massima apertura della macchina fotografica digitale. Quindi c’è una correlazione tra diaframma e tempo di scatto: 1/250 e 2,8 – 1/60 e 11.
Nel caso di illuminazione scarsa e vogliamo avere una ottima profondità di campo con una messa a fuoco su tutta la scena che fotograferemo sarà utile avere un cavalletto dove appoggiare la macchina fotografica digitale in modo da poter usare un diaframma 11 o 16 e un tempo di 2 o 3 secondi di posa. In questo modo il risultato sarà una foto perfetta in tutti i minimi particolari.
Questo tipo di combinazione tra diaframma e tempo di scatto e molto utile per fotografare paesaggi o interni dove i dettagli sono molti e quindi la foto digitale deve risaltarli tutti.
Avere una foto digitale dove tutto è messo a fuoco perfettamente può certe volte appiattire la foto stessa quindi, specialmente le foto delle vacanze, sarebbe meglio usare la macchina impostando come diaframma 2,8 o 4 e il tempo di scatto può essere variabile in base all’illuminazione del momento.
Differentemente se vengono fatte delle foto digitali di tipo sportivo, una gara automobilistica per esempio, si consiglia di impostare un tempo di 1/500 o 1/250 di secondo e l’apertura del diaframma variabile in base alle condizioni di luce. In questo modo si eviterà di avere foto sfocate.

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